Teaser Tuesdays #33

by - luglio 23, 2013

Teaser Tuesdays è una rubrica, ideata dal blog Should Be reading, con la quale vi presenterò, ogni settimana, un breve brano tratto dal libro che sto leggendo in quel momento. Per partecipare basta seguire queste semplici regole:
  1. Prendi il libro che stai leggendo
  2. Apri una pagina a caso
  3. Trascrivi un breve pezzo, facendo attenzione a non fare spoilers
  4. Riporta titolo e autore del libro

Anche questa settimana il libro che sto leggendo mi è stato gentilmente inviato dalla sua autrice, si tratta de Il giardino degli aranci . Il mondo di nebbia di Ilaria Pasqua, e questo è il teaser casuale che vi propongo...


Le undici erano ancora lontane. Era stata la mancanza della seconda colazione a farla vacillare? I biscotti forse non erano bastati. O le domande che erano sorte spontaneamente alla vista di quella maledetta mappa? Non lo sapeva ma non riusciva a smettere di pensare, a liberarsi da quella sensazione d’indeterminatezza. Nonostante fosse appannata, la sua mente volava in una direzione tutta sua e lei non riusciva a stargli dietro. Era come se fosse diventata un corpo estraneo che non rispondeva più al suo controllo. I suoi pensieri schizzavano in avanti a tutta velocità e lei si sentiva come se corresse in un mare di fango denso, che le impediva anche solo di camminare normalmente.
La mano sinistra cominciò a tremare. Aria la fermò con l’altra, cercando di tenere duro. Era passata solo mezz’ora. Notò che Will ogni tanto si girava a controllarla.
Stupido, pensò Aria ancora arrabbiata. La gamba destra ebbe un fremito, la sentì formicolare, come quando il sangue non riesce a scorrere bene. Eppure il jeans non era troppo stretto. Stese delicatamente la gamba e vide il piede spuntare dal banco, anche quello sembrò tremare. Lo tirò indietro.
Ceci sembrava preoccupata, ma era talmente impegnata a stare dietro agli appunti che poteva girarsi solo di rado.
Nonostante sentisse terribilmente freddo, delle gocce di sudore iniziarono a spuntare dalla fronte di Aria, che non aveva la forza di alzare le braccia per asciugarsele e le lasciò stare. Che facessero pure i loro comodi.
Erano le dieci, era trascorsa un’altra ora. Avrebbe voluto accasciarsi sul banco e riposare, ma avrebbe dato sicuramente nell’occhio, perciò si appoggiò solo allo schienale. Le girava la testa ma non era una tipa da farsi soccorrere, si sarebbe ripresa e l’avrebbe fatto da sola. Lei solitamente non aveva paura di nulla, eppure nelle ultime quarantotto ore erano sorte molte cose a spaventarla. L’incertezza era la cosa peggiore di tutte.

Sono ancora all'inizio del libro però sto trovando la storia particolare e originale, molto piacevole. Vedremo come prosegue!

Alla prossima
Eliza

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