Recensione: Una proposta inaspettata - Sara Anzellotti

by - dicembre 05, 2014

Buon pomeriggio amici lettori,
come promesso eccomi qui con una nuova recensione... cavolo è la prima di dicembre! Mi devo veramente dare una mossa!
Il libro di cui vi parlerò è l'opera di una giovane scrittrice italiana che ha pubblicato da sola il proprio libro e che mi ha contattata per avere una recensione. Saltiamo in pieno genere chic-lit con Una proposta inaspettata di Sara Anzellotti.


Titolo: Una proposta inaspettata
Autore: Sara Anzellotti
Editore: Selfpublishing
Pagine: 213
Ebook: € 4,99
Data di pubblicazione: 17 dicembre 2013
TRAMA

Quale ragazza non sogna, una volta nella vita, di ricevere la fatidica proposta di matrimonio dall’uomo che ama? Praticamente tutte... tranne una. Viola è un avvocato in carriera, che non bada a simili frivolezze e si considera pienamente appagata nella vita. Ma se un evento improvviso le facesse cambiare idea suo malgrado, convincendola di aver bisogno di un solitario al dito per essere felice? E se la proposta che aspettava dallo storico fidanzato arrivasse, per un crudele scherzo del destino, da un totale sconosciuto che aveva organizzato quel romantico momento per un’altra? E se a complicare il tutto ci si mettesse anche la sorella venticinquenne? Un racconto che si snoda tra Roma e New York e che, prendendo spunto da fatti realmente accaduti, narra l’imprevedibile storia di una principessa moderna.


RECENSIONE
La recensione di questo libro mi ha un po' messo in difficoltà, perché da un lato non mi è piaciuto, ho trovato qualche difetto che mi ha fatto più volte storcere il naso, ma dall'altro la storia mi ha convinta.

Che cosa mi ha convinto della storia? Beh, se non la si può definire del tutto originale o esplosiva, l'ho trovata comunque fresca e genuina. E' una bella storia romantica, che potrebbe tranquillamente diventare un bel film, una commedia rosa di quelle che ti rimettono in pace col mondo e che spesso servono alla fine di una giornata, o peggio di una settimana, non proprio felice. Si incentra sull'ironia e sugli equivoci, un binomio che trovo sempre abbia successo in questo genere di libri. Le travagliate avventure di Viola ci sballottano tra Roma e la magica New York nel periodo natalizio all'inseguimento di un amore ( o più..) che neanche lei capisce bene, divisa come è tra Leonardo e Liam. Ho apprezzato il tono sempre molto leggero, a volte un po' frivolo, e il finale che è andato nella direzione che preferivo (quanti giri di parole per non fare spoilers...).
Nella costruzione della storia mi è piaciuta molto la scansione dei tempi, il ritmo che è stato dato . Si susseguono diversi episodi in maniera tale da non risultare mai banale: troviamo così un momento più romantico, uno più buffo, uno più triste. Questo rende molto piacevole la lettura.

Passiamo alle famose note dolenti. Che cosa non mi è piaciuto? I personaggi.
Quelli maschili sono piuttosto piatti, al limite dell'inutilità. Leonardo ha un che di antipatico che me lo ha fatto odiare dal primo momento. Non c'è un motivo vero e proprio, è più una sensazione che mi ha accompagnato per tutta le lettura. Liam poteva essere il mio personaggio del cuore, quello che avrei amato, adorato e difeso da tutto e da tutti. Poteva... Per quanto è interessante nelle sue prime apparizioni, un po' misterioso, affascinante, non cresce, non spicca nel resto del romanzo, rimane sempre lì, un po' ai margini della narrazione. Spunta fuori qua e là, ma è come se fosse una semplice comparsa che passa sullo sfondo.
Passiamo alle femminucce... Le due sorelline protagoniste del romanzo. Emma mi è piaciuta, tanto. Nonostante sia quella che parte un po' più svantaggiata, sorella minore messa da sempre in ombra dalla maggiore, ha quel guizzo in più che la porta a fare i bagagli e a ricostruirsi una vita a New York, a cercare il suo posto nel mondo. E' propositiva, decisa, attiva, frizzante!
Viola invece non l'ho proprio sopportata. Volubile e infantile, spesso insensibile nei confronti degli altri. Non si ferma  a pensare, neanche un minuto, prende e parte, salta alle conclusioni più sbagliate di questo mondo da un momento all'altro; questo ci sta nell'economia del romanzo, ma francamente a volte è veramente troppo.

Altro punto negativo è che spesso ho trovato alcune cose eccessive,  a volte inverosimili. Un esempio su tutti: Emma da neolaureata si ritrova a scrivere i necrologi del New York Post, e ok ci sta; poi durante la settimana della moda manca la giornalista che deve occuparsi dell'articolo e ci mandano lei? Non lo trovo credibile, come il fatto che ad un certo punto lei inizi a tirar fuori vestito costosi come fossero caramelle. O ancora i punti esclamativi: io li amo, li venero, li uso e ne abuso, ma in un romanzo, sebbene commedia rosa, credo che bisogna comunque centellinarli un po'; anche perché mi danno sempre la sensazione che il personaggio usi in quel momento una vocetta stridula fastidiosa (da qui forse  anche la mia antipatia per Viola?).

A parte questa cosa dei punti esclamativi ho trovato con piacere uno stile fresco, fluido, ben costruito e ben proposto, senza errori (evviva!), forse un po' più artificioso nei discorsi diretti, ma comunque molto piacevole e scorrevole.

Immagino che ora, amici lettori, vi starete domandando da quale mente malata è stata prodotta questa recensione, probabilmente da una con una doppia personalità che ama e odia, apprezza ed è infastidita. Ebbene si, questa sono io!

Voto...



Alla prossima
Eliza

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